La “mad man theory“ di Trump
Chi è Trump? Solo un folle mitomane o vi è del metodo nella sua follia?
Fino a metà ottobre scorso si stava prospettando l’uccisione degli ultimi ostaggi rimasti nelle mani di Hamas e l’annientamento dei palestinesi di Gaza. Poi improvvisamente è arrivata la pace di Trump con giubilo di palestinesi, israeliani e del mondo intero.
Le uniche voci meste e dissonanti sono apparse nelle redazioni di alcuni grandi media: gli orfani e le vedove di pace. Piuttosto che riconoscere a Trump il merito straordinario di essere riuscito a sbloccare una situazione che sembrava impossibile, mettendo insieme palestinesi, arabi, israeliani, turchi, egiziani, ottenendo perfino l’approvazione dell’Iran, le redazioni dei grandi media si sono accartocciate in tristi distinguo, minimizzano dicendo che non è una vera pace e comunque Trump resta un "parvenu". Potrà sì fare tutte le paci che vuole, ma mai avrà la raffinatezza, la classe di un Obama che ha avuto il premio Nobel a priori per poi non fare altro che nuove guerre. Solo lentamente, col passare dei giorni, anche il New York Times ha dovuto ammettere a denti stretti che è stato un trionfo e che Trump si meriterebbe il Nobel.
Come sarà mai riuscito quel diavolo di un Trump a far stringere la mano ai nemici assoluti, ad arabi palestinesi e israeliani? Come avrà fatto, questo mitomane tronfio, volgare, al limite della follia? Tutti scommettevano sulla sua disfatta. Ma, come dice Polonio nell’Amleto di Shakespeare, forse c’è del metodo nella sua follia.
Visto dall’ Italia non si possono non notare le analogie con la figura di Silvio Berlusconi anche lui un mogul immobiliare e mediatico imprestato alla politica, arrivando nei primi anni ‘90 a dominare la scena in Italia per circa vent’anni. Probabilmente Trump seguì il suo esempio. Non è un caso che Berlusconi nel 1990 avesse pubblicato per la sua casa editrice il classico rinascimentale di Erasmo da Rotterdam, “L’Elogio della follia” con una prefazione di suo pugno: “L’intuizione rivoluzionaria viene sempre percepita al suo manifestarsi come priva di buon senso, addirittura assurda. Solo in un secondo tempo si afferma, viene riconosciuta, poi accettata e persino propugnata da chi prima lo avversava. La vera genuina saggezza sta quindi non in un atteggiamento razionale, necessariamente conforme alle premesse e perciò sterile, ma nella lungimirante, visionaria «pazzia»."
Vladimir Putin, Silvio Berlusconi e Javier Solana 2003. © CommonsWikimedia; Russian Presidential Press.
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